La netta vittoria del Benevento contro l’Imolese nell’esordio ufficiale al Ciro Vigorito rappresenta sicuramente un buon viatico per il tecnico Cristian Bucchi perché porta serenità in un ambiente che nelle ultime settimane, ricordiamolo, ha dovuto fare i conti con l’inaspettato e clamoroso addio di Fabio Lucioni.
Una vicenda che sicuramente avrà inciso anche sugli equilibri dell’abbottonatissimo spogliatoio giallorosso, tra l’altro alle prese anche con la delicata scelta dell’assegnazione della fascia di capitano (affidata a sorpresa a Cristian Maggio) e con il possibile addio di Nicolas Viola che, nel post gara, ha confermato di non aver ancora raggiunto l’accordo con la società per il rinnovo del contratto.
Di qui l’importanza di una vittoria netta che, al di là dell’evidente divario tecnico esistente tra le due squadre, non era per nulla scontata in quanto ad agosto i valori tecnici, si sa, non sempre sono determinanti, come ha evidenziato lo stesso tecnico della Strega in conferenza stampa (“Sono molto contento per il risultato perché queste gare riservano sempre tante insidie”).
Sul piano squisitamente tecnico, invece, la gara ha offerto diversi spunti di riflessione perché appare evidente che l’idea di 4-3-3 di Bucchi è tutt’altra cosa rispetto a quella di De Zerbi, puntando maggiormente sull’ampiezza di campo e sulla dinamicità delle cosiddette “catene laterali”. Impostazione che, come ha sottolineato lo stesso tecnico romano, richiede molta intensità agonistica, grande equilibrio tattico e soprattutto particolare concentrazione mentale che ieri, soprattutto nel secondo tempo, a tratti è mancata anche a causa della stanchezza accumulata durante il ritiro di Cascia.
Complessivamente il bilancio è comunque positivo, anche perché bisogna tener conto dell’indisponibilità dei vari Letizia, Antei e Iemmello, oltre che dei tempi di ambientamento di Ricci, Bandinelli e Asencio e dei tempi di pieno recupero fisico di Nocerino, rimasto lungamente inattivo dopo la parentesi americana.
Il dato da tenere presente, però, è che la squadra è ancora incompleta, mancando di un centrale difensivo che sappia impostare (si tratta del limite più evidente emerso ieri sera) e di un’alternativa a Improta.
Altro aspetto, infine, da non trascurare è che l’età media della squadra scesa in campo ieri sera al Ciro Vigorito è di 29,5 anni. Una media che fa del Benevento una squadra molto forte sul piano dell’esperienza (aspetto di non poco conto in un campionato difficile come la Serie B), ma che nello stesso tempo richiede anche la necessità di avere dei ricambi adeguati per consentire ai meno giovani di poter rifiatare nel corso di una stagione che potrebbe terminare addirittura a giugno in caso di play off.
In ogni caso se il buongiorno si vede dal mattino si può essere moderatamente ottimisti per quanto visto ieri sera nell’esordio stagionale.