La situazione del Palermo Calcio diventa sempre più difficile. I continui colpi di scena e le incertezze sul futuro della società hanno finito per avere delle inevitabili ripercussioni anche all’interno dello spogliatoio. Emblematiche, in tal senso, sono le dichiarazioni rilasciate dal difensore Giuseppe Bellusci al termine della gara di ieri sera contro il Foggia.
L’ex giocatore del Catania non ha, infatti, gradito la contestazione finale da parte della sparuta rappresentanza di tifosi presenti sugli spalti della Favorita e si è lasciato andare ad un clamoroso sfogo: “Non si può fischiare una squadra in questo momento. Ci potete fischiare a Cremona, dove abbiamo steccato la partita mentalmente, tatticamente e tecnicamente o per i 60 minuti di Salerno, ma oggi non lo tollero. E’ una squadra che ha dato tutto, che ha avuto i crampi, avremo fatto 40 km a giocatore: questo significa cuore e amor proprio, voglia di vincere nonostante non ci sia una garanzia. Bisogna aspettare il 15 per gli stipendi, la gente dice che finché prendiamo gli stipendi possiamo stare tranquilli ma non è così. Il futuro e la prospettiva quali sono? Non mi interessa prendere lo stipendio il 15. Che futuro c’è? Di chi siamo?“.
Parole amare, insomma, che danno il senso del dramma che stanno vivendo in questo momento i calciatori del Palermo, il tecnico Stellone e lo stesso direttore dell’area tecnica Foschi.