Quella di Cittadella è stata soprattutto la vittoria di Cristian Bucchi e Pasquale Foggia. Il tecnico romano ha sorpreso tutti rivoluzionando la squadra che aveva letteralmente tramortito la Salernitana venerdì scorso al Ciro Vigorito. E guai a parlare di turnover perché, come ha ribadito lo stesso Bucchi al termine della partita, “non esistono gerarchie, ho a disposizione un gruppo in cui tutti sono titolari e meritano di giocare”. E qui entra in gioco il direttore sportivo Foggia, a cui va riconosciuto il merito di aver messo a disposizione del tecnico una delle rose più forti e complete della Serie B.
Un mix di esperienza e voglia di emergere: dai sempiterni Maggio, Nocerino e Puggioni alle promesse Asencio, Bandinelli e Ricci, passando per Viola, Volta e Letizia, che rappresentano un vero e proprio lusso per la serie cadetta.
Ma a colpire maggiormente l’attenzione degli osservatori ieri sera è stata soprattutto la maturità della squadra, capace di lottare e soffrire sino all’ultimo minuto sul campo di una squadra, il Cittadella, che negli ultimi anni è posizionata stabilmente nelle parti alte della classifica.
Emblematici da questo punto di vista sono stati due episodi registratisi nel primo quarto d’ora della ripresa: la vibrante protesta del già nervoso tecnico dei veneti Venturato di fronte ai tentativi, peraltro andati a buon fine, dei giallorossi di far trascorre minuti preziosi attraverso espedienti vari; l’irruenta entrata in tackle scivolato tra tre avversari, al limite della propria area di rigore, di un arrembante Nocerino, venuto fuori alla distanza, quando la gara è entrata nella sua fase più delicata.
Ed è stato proprio l’ex Milan, Palermo e Juventus a indicare ai microfoni di Dazn la strada da seguire per riagguantare al primo tentativo la massima serie: “Non ho mai visto una squadra vincere scudetti o partite senza soffrire. Noi puntiamo a vincere ma sappiamo che dobbiamo soffrire e questa sera siamo stati maturi e intelligenti. Il campionato e le grandi vittorie passano anche da gare come questa che, oltre a rafforzare il morale, fanno bene anche alla nostra autostima”.
Parole da leader, come quelle pronunciate sabato scorso e dopo la gara di Venezia dall’altro vecio della Strega, Christian Maggio. Due veterani dei campi da gioco che con il trascorrere delle settimane stanno spazzando via le perplessità iniziali e stanno dando ragione a chi, come Cristian Bucchi e Pasquale Foggia, aveva deciso di puntare sulla loro esperienza per far crescere i numerosi giovani talenti presenti in rosa.