Dipendesse solo dallo stile e dall’onestà intellettuale, il presidente del Benevento Oreste Vigorito avrebbe già rinnovato la fiducia al tecnico Cristian Bucchi. Emblematico in questo senso è l’abbraccio avvenuto tra i due nella zona antistante gli spogliatoi nel post gara di Benevento-Cittadella.
E, poi, il tecnico romano, a differenza di altri colleghi che pure guidavano squadre altrettanto accreditate per la vittoria finale (Grosso, Nesta e Stroppa, ad esempio) è comunque riuscito a portare la squadra ai play off conquistando il quarto posto in classifica nella regular season, nonostante la lunga catena di infortuni, il mancato apporto di giocatori in estate ritenuti fondamentali (come Nocerino, Puggioni e Maggio) e la deludente stagione di altri su cui pure si nutrivano forti speranze (come Asencio, Ricci, Tello o Buonaiuto). E, dato non trascurabile, conosce meglio di chiunque altro i giocatori.
Il patron giallorosso, però, nello stesso tempo non può nemmeno dimenticare che la squadra non ha mai entusiasmato in termini di gioco, è passata dall’iniziale 4-3-3 (su cui è stata allestita la rosa) ai successivi 3-5-2 e 4-3-1-2 senza mai trovare una vera identità e, soprattutto, non ha completato l’ultimo step del processo evolutivo che pure c’è stato nel corso della stagione, quello forse più importante: la crescita dal punto di vista mentale.
Dopo la rete del vantaggio del Cittadella, propiziata da una topica del portiere Montipò, la squadra è infatti inesorabilmente crollata dal punto di vista psicologico. Un aspetto che sicuramente è da ricondurre alla mancanza di leader in organico, ma che comunque poteva in qualche misura essere limitato da una guida carismatica, da un forte motivatore.
Ed è forse questo il neo più evidente dell’annata tutto sommato non proprio negativa di Bucchi. Proprio nel momento in cui il Benevento ha subito la rete dello svantaggio dal Cittadella si è avuta la netta percezione del senso di impotenza provato dal tecnico romano, apparso poco lucido e quasi rassegnato di fronte all’ineluttabilità degli eventi.
Di qui i dubbi che assillano in queste ore la mente del presidente Vigorito che non può nemmeno ignorare la crescente ostilità dell’ambiente nei confronti del tecnico. Ostilità che potrebbe riaffiorare tumultuosamente nel momento in cui, il prossimo anno, dovessero esserci delle difficoltà.
Insomma, quella che il patron giallorosso si appresta a fare è una scelta non facile, ma nello stesso tempo non rinviabile perchè c’è la necessità di sedersi al più presto attorno a un tavolo per pianificare, assieme al diesse Pasquale Foggia, il mercato estivo.
Come detto all’inizio, dipendesse solo dai sentimenti, Vigorito avrebbe già confermato Bucchi alla guida del Benevento perchè – come ha spesso confidato agli amici – di persone perbene come l’ex tecnico di Sassuolo e Perugia non se ne trovano molte nel mondo del calcio, ma il raggiungimento degli obiettivi spesso costringe a mettere da parte il cuore e ad affidarsi esclusivamente alla ragione.