Nel calcio ci sono vittorie che valgono ben più dei tre punti in palio, come nel caso della vittoria ottenuta ieri dal Benevento allo stadio Artemio Franchi di Firenze. La squadra, che veniva da quattro sconfitte consecutive (cinque se si aggiunge quella con l’Empoli in Tim Cup) era ad un bivio perchè un ulteriore passo falso avrebbe rappresentato un preoccupante fardello psicologico per il proseguo del campionato.
Ne era ben consapevole il tecnico giallorosso Pippo Inzaghi che, come accadde lo scorso anno nei pochi momenti di difficoltà, anche stavolta ha fatto ricorso a quel proverbiale e sano pragmatismo che, sia nelle veste di calciatore che in quella di allenatore, ha sempre rappresentato il suo indiscutibile marchio di fabbrica.
L’atteggiamento tattico
E così, approfittando anche delle numerose assenze, ha deciso di virare su un atteggiamento tattico più prudente, limitando le proiezioni offensive dei laterali di difesa e inserendo un centrocampista di corsa al posto di un attaccante nel tridente d’attacco. Un pò come accadde lo scorso anno nella partita inaugurale di Pisa, quando rinunciò a un attaccante per inserire un centrocampista come quarto d’attacco.
Una scelta che si è rivelata azzeccatissima perchè, per la prima volta in questo campionato, la squadra non è apparsa in affanno nella fase difensiva e ha ottenuto il secondo clean sheet della stagione senza dover ricorrere ai “miracoli” di Montipò (che nella partita interna con il Bologna, ricordiamolo, fu decisivo e che ieri invece ha dovuto effettuare solo una parata importante nell’unica occasione capitata sui piedi degli attaccanti viola).
Il ritorno della vecchia guardia
Ma a fare la differenza rispetto al recente passato è stato probabilmente anche il ricorso massiccio alla vecchia guardia (9/11 dello schieramento iniziale), a quei giocatori che lo scorso anno avevano contribuito in modo decisivo a scrivere la storia del campionato cadetto. Tra questi si sono particolarmente distinti Perparim Hetemaj, che si è confermato un motorino inesauribile nonostante l’età (il 12 dicembre compirà 34 anni) e Riccardo Improta, che proprio grazie alla “cura Inzaghi” si è trasformato in un prezioso “tuttocampista” in grado di fare la differenza anche nella massima serie (a dispetto dello scetticismo manifestato da alcuni docenti di “scienza calcistica”).
Con il ritorno della vecchia guardia il Benevento ha ritrovato un’idea di gioco, quella densità davanti alla propria area di rigore e quell’equilibrio che non potevano esserci nella fase iniziale della stagione a causa della contemporanea presenza di tanti nuovi arrivati nell’undici titolare. Del resto, come ha spiegato bene Andrea Pirlo nelle scorse settimane, le prime giornate servono anche a sperimentare nuove soluzioni e capire qual è il vestito giusto per valorizzare gli uomini a disposizione.
La risorsa dei nuovi acquisti
Tutto ciò non rappresenta ovviamente una bocciatura nei confronti dei nuovi acquisti, che anzi possono rappresentare la risorsa in più di questo Benevento a patto, però, che gli si dia il tempo di metabolizzare certi meccanismi. Poi, a fine dicembre si tireranno le prime somme e si capirà come e dove eventualmente intervenire nel mercato di riparazione di gennaio. In fondo siamo ancora ad un quinto della stagione (8 giornate su 38) e, nonostante un cammino fin qui altalenante sia nelle prestazioni che nei risultati, il Benevento non è poi messo così male in classifica,