Domani sera avrà inizio la quarta stagione in Serie B del Benevento. Nelle precedenti tre partecipazioni la squadra giallorossa ha vinto un play off all’esordio, si è classificata 3° nella regular season successiva alla prima retrocessione dalla Serie A (perdendo i play off in semifinale ad opera del Cittadella) e ha stravinto il campionato a suon di record due stagioni fa.
Un bottino niente male dal punto di vista del rendimento (65 vittorie, 31 pareggi e 27 sconfitte) se paragonato a quello di squadre che vantano lo stesso numero di partecipazioni al campionato cadetto (Cavese, Derthona, Grion Pola, L’Aquila, Nocerina, Piombino, Pordenone,
Sanremese, Savoia). Un dato quest’ultimo che, tra l’altro, evidenzia anche la straordinarietà del momento storico che sta vivendo la compagine sannita negli ultimi anni e che dovrebbe comunque indurre a un moderato ottimismo i tifosi, nonostante non sia stata ancora del tutto smaltita la delusione per una salvezza buttata via maldestramente. Eppure il clima che si respira nel capoluogo sannita non è dei migliori, ne è riprova il dato di vendita dei biglietti alla vigilia del debutto di domani sera.Una parte della tifoseria è delusa, soprattutto quella che si è avvicinata ai colori giallorossi in tempi di vacche grasse, anche a causa di qualche messaggio sbagliato a proposito della possibilità di acquistare nomi roboanti (Ibrahimovic, Mandžukić ) o di aspirare a modelli (vedi l’Atalanta) che sono nati e si sono sviluppati prima dell’insorgere della pandemia, che ha messo definitivamente a nudo il disastroso stato di salute in cui versa il sistema calcio italiano. Ne è riprova il calciomercato della Serie A che, come ha scritto Massimiliano Gallo sul Napolista, “quest’estate, sta terribilmente somigliando a Porta Portese a mezzogiorno, quando i pochi affari possibili sono belli che andati ed è rimasta la chincagliera che per carità può anche avere il suo fascino“.
In questo rinnovato contesto economico anche il Benevento si è visto costretto a cambiare la rotta e a mettere in atto un drastico taglio dei costi, anche perchè un monte ingaggi persino superiore a quello di squadre ben più blasonate come Udinese e Verona non è certamente servito, lo scorso anno, a salvare la categoria. Nessun acquisto eclatante dunque, tanti giovani in prestito, alcuni prodotti del vivaio ormai in rampa di lancio e una base di tutto rispetto per la categoria (soprattutto se, come sembra, resteranno anche giocatori di caratura internazionale come i vari Glik, Ionita e Lapadula). Una scelta obbligata, anche alla luce delle difficoltà economiche che hanno investito negli ultimi anni alcune squadra retrocesse dalla massima serie (vedi la clamorosa esclsione del Chievo Verona, le difficoltà e il cambio di proprietà avvenuto alla Spal o il nuovo corso all’insegna del contenimento delle spese del Frosinone di Stirpe tanto per citare alcuni casi).
Il Benevento che esordirà domani sera contro l’Alessandria (che torna in B dopo 46 anni) non partirà dunque con i favori del pronostico, come è invece accaduto nelle ultime due partecipazioni al campionato cadetto), ma va certamente annoverato tra le squadre che aspirano legittimamente a conquistare i play off. I favori del pronostico, a detta di tutti, sono ad appannaggio di Parma e Monza. E questo potrebbe rappresentare un vantaggio in quanto non ci saranno, ad esempio, le pressioni che caratterizzarono l’avvio di stagione del Benevento di Bucchi, allora annoverato come squadra favorita per la vittoria finale al pari del Verona.
L’importante però sarà partire bene, avere pazienza e soprattutto non dare nulla per scontato perchè, come insegna il cammino del retrocesso Crotone nella stagione 2018-2019, un avvio deludente può cambiare il corso di un’intera stagione. Ecco perchè, domani sera, sarà fondamentale il sostegno e la presenza massiccia dei tifosi che per la prima volta, dopo un anno e mezzo di restrizioni, potranno finalmente assistere a una partita di campionato. E speriamo che il buonsenso prevalga e si consenta almeno l’utilizzo delle sciarpe, che rappresentano un importante segno distintivo e certamente non contibuiscono alla diffusione del virus ( se fosse questa la ragione del divieto) come, ad esempio, può capitare con le carte di pagamento, che pure vengono usate quotidianamente.