Blitz del procuratore federale a Palermo, la Figc teme il fallimento

Avere certezze il più presto possibile. Questa è stata la missione del capo della procura federale Giuseppe Pecoraro che ha incontrato i vertici della procura di Palermo per avere ragguagli sulle indagini che riguardano Zamparini e le condizioni finanziarie del club rosanero“. A darne notizia è oggi il quotidiano la Repubblica nelle pagine di cronaca siciliana. “La preoccupazione degli organi federali – chiarisce il quotidiano – riguarda l’eventuale seconda istanza di fallimento che la procura sarebbe pronta a depositare. Il rischio è quello di ritrovarsi a fine maggio con una squadra promossa sul campo in serie A e una società bocciata dal tribunale fallimentare. Uno scenario che creerebbe problemi per i ripescaggi ed eventuali strascichi che il governo del calcio dopo la scorsa, caldissima estate trascorsa a colpi di carte bollate vuole evitare a tutti i costi“.

Settimana cruciale per la conclusione delle indagini

In pratica, la settimana appena iniziata sarà quella delle decisioni. Finora, infatti, la procura di Palermo ha atteso gli sviluppi delle trattative per la cessione della società che, com’è noto, sono tutte fallite. “La procura – prosegue l’articolo – deciderà quando notificare l’avviso di conclusione indagini e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio per Zamparini e le altre persone indagate a vario titolo per falso in bilancio e false comunicazioni sociali agli organi di controllo (Covisoc). Ma soprattutto, ed è la scelta più difficile da prendere per chi indaga tenendo conto anche dell’aspetto sportivo di una squadra che è in piena lotta per la promozione in Serie A, quando e se presentare la seconda istanza di fallimento. Una mossa che rischierebbe di risvegliare tutti i creditori, fra fornitori e agenti di calciatori, che in questo momento sono stati più o meno dissuasi dall’intraprendere azioni legali nei confronti del Palermo“. Di qui le preoccupaziuoni della Procura federale della Figc e il clamoroso blitz a Palermo di Giuseppe Pecoraro

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